lunedì 13 giugno 2016

nessuno esca piangendo

Cara Giorgia,
hai presente quando inizi a fare una cosa che ti piace e ogni tuo pensiero rimane su quello anche se poi fai altro? Ecco, leggendo questo libro la sensazione era quella.
L'ho divorato, quasi tutto d'un fiato.
Il quasi deriva da tutto quello che ci ruota attorno. Tra la preparazione di un pasto, un cambio pannolino, una passeggiata, sistemazione giochi, bagnetto, spesa, doccia, chiudere le persiane, mettere fuori la spazzatura, liberare un pupazzo incastrato su una sedia, fare le coccole a Giada Rosa, caricare il passeggino di tutto il necessario, preparare quelle due o tre cosette per andare al mare, qualche minuto di relax in spiaggia mentre giochi con gli zii, metterti il pigiamino prima che ti addormenti in viaggio, mettere a posto quelle due o tre cosette preparate la mattina,  mettermi il pigiama e andare a nanna anch'io. Tra tutto questo, nei vari ritagli di due giorni, riesco a iniziare e finire questo bellissimo libro. Forse troppo breve, o forse sono io che l'ho letto troppo velocemente.
La storia mi rimbomba in testa, senza darmi tregua.
Sensazioni, racconti, lacrime, gioie e tristezze. Un susseguirsi di storie intrecciate con un'avventura che nessuno mai vorrebbe vivere: la sterilità e la ricerca disperata di avere un figlio.
E tutti quei racconti di bambini che lottano per sopravvivere, di bambini che non ce la fanno, di bambini che ce la fanno.
Inizia l'altalena. Su e giù, su e giù, su e giù.
Ad ogni inizio capitolo mi chiedo se quel bambino ce la farà e se Marta troverà la forza di riprendere in mano i cocci e ricostruire il vaso. Certo, il vaso non potrà mai essere quello di una volta, ma potrebbe essere più bello, migliore. Un vaso nuovo.
Ogni pagina mi toglie il fiato, ma non la speranza. Quella è sempre lì, come una lampadina che dimentichiamo accesa anche di giorno. E' lì perché è un ingranaggio del motore della vita.
Marta ha la mia età. Non ha la sua Caterina, ma ha qualcosa di estremamente grande. Ha la possibilità di stare accanto ai bambini che soffrono e di fare di tutto per cercare di salvarli. Ha la possibilità di stare vicina ai genitori spaventati e di far stare meglio anche loro. Lo fa dolcemente, col cuore e con la testa. Lo fa nonostante la sua vita arrivi più volte ad un punto di non ritorno, lo fa nonostante il suo sogno si frantumi più volte, nonostante viva più volte aspettative deluse.
E' un termine che ho interiorizzato qualche anno fa. Ho sempre odiato le promesse non mantenute dette sotto forma di bugie. Bugie innocenti si pensa, perché dette ad un bambino a fin di bene. No, non sono innocenti, fanno male, parecchio. Solo se si ha la certezza di poter tenere la promessa si deve promettere. Solo se si è certi che una cosa funzioni al 100 % si può in qualche modo illudere l'altro, altrimenti no, Altrimenti non ha senso. Altrimenti ci si ritrova davanti ad un'aspettativa delusa che fa più male di un desiderio non esaudito.
Marta non ha dato aspettative che non poteva dare. Ha sempre parlato chiaro, sapendo scegliere le parole giuste. Le aspettative deluse le ha ricevute, ma forse è proprio per questo che riesce ad essere sincera, col cuore.
Nonostante il titolo del libro sia "nessuno esca piangendo", io ho pianto.
Ma per mia fortuna attualmente non sono dentro.

Dedico questo post a tutte le persone che non riescono ad avere figli. In questi casi non ci sono parole "giuste", o forse sono tutte sbagliate. In qualche modo io, noi, siamo con voi.


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